martedì 14 luglio 2015

LA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DELLA CALABRIA SU PANAIA
Risposta di Domenico Condito a una nota pubblicata su "L'esuberante"

Ieri “L’esuberante – Quotidiano soveratese online” ha pubblicato un articolo di Teresa Pittelli, in cui si riporta una “nota” della Soprintendenza Archeologica sui lavori avviati dal Comune di Stalettì nell’area archeologica di Panaia. 
La “nota” definisce “meritevole” l’intervento fin qui realizzato dal Comune di Stalettì nell’area in oggetto. Ne è scaturito un confronto vivace con la giornalista. Rimando al link per la lettura dell’articolo e dei commenti. Riporto, a seguire, l’ultimo mio commento inviato al quotidiano di Soverato, per ribadire, ancora una volta, l’importanza del sito archeologico di Panaia, che si sviluppa ben oltre l’abside della chiesa bizantina affiorante nell’area. 

Gent.ma dott.ssa Pittelli, 
la ringrazio innanzitutto per la franchezza e l’onestà della risposta. Voglio inoltre precisare che con la mia allusione a una pubblicazione “forse solo parziale” della nota della Soprintendenza non intendevo assolutamente mettere in discussione la vostra professionalità. Se, mio malgrado, ho dato questa impressione me ne scuso ampiamente. Detto ciò, prendo atto che la Soprintendenza non ha ancora autorizzato il proseguimento dei lavori nell’area archeologica di Panaia, ma che si riserva, come lei scrive, “di esprimere comunque un parere di competenza”. Quest’ultimo punto adesso è più chiaro. 
Comunque sia, ieri, dopo aver letto il suo articolo, ho telefonato immediatamente al Soprintendente Archeologico della Calabria che mi ha riferito quanto segue: 
1) di non essere assolutamente a conoscenza dei lavori avviati dal Comune di Stalettì nell’area archeologica di Panaia; 
2) di non sapere nulla della nota inviata dalla Soprintendenza al Comune di Stalettì; 
3) che normalmente nelle aree di questo tipo (senza naturalmente entrare, per ovvi motivi, nel caso specifico) prima s’indaga l’area, poi si effettuano dei saggi preliminari mirati, e solo successivamente si presentano i progetti per la richiesta del parere di competenza. 
Ho “ricordato” quindi al Soprintendente l’importanza archeologica dell’area di Panaia, che si colloca nel più vasto comprensorio in cui ricadono i “luoghi cassiodorei”, ai quali è direttamente riferibile. La chiesa bizantina affiorante a Panaia sorge infatti nel luogo in cui si trovava l’approdo marittimo al Castrum di S. Maria del Mare e, secondo la prof.ssa Ghislaine Noyé, “il sito doveva appartenere ai possedimenti della chiesa o monasterio di San Martino, i cui vestigi sono stati individuati e scavati sul promontorio di Copanello, a nord di Santa Maria del Mare”. 
Ho riferito, inoltre, al Soprintendente quanto segue: 
1) l’area archeologica di Panaia è stata segnalata alla Soprintendenza Archeologica della Calabria il 06.07.1991 con una relazione tecnico-scientifica della prof.ssa Ghislaine Noyé, archeologa dell’École Française de Rome, subito dopo lo scavo d’emergenza realizzato sul punto in cui affiora l’abside della chiesa; 
2) alla relazione tecnico-scientifica dell’archeologa francese ha fatto seguito la pubblicazione dei risultati dello scavo: Ghislaine Noyé, Scavi medievali in Calabria, A: Staletti, scavo di emergenza in località Panaja, Archeologia Medievale, 20, 1993, 499-501; 
3) l’area archeologica è stata censita dalla prof.ssa Emilia Zinzi nell’ambito della sua analisi storica e archeologica del territorio finalizzata alla redazione del Piano Regolatore Generale di Stalettì, e il lavoro della studiosa calabrese, recepito ed approvato dal Consiglio Comunale di Stalettì nei termini fissati, è confluito nella redazione dello stesso Piano. La stessa prof.ssa Zinzi chiese per Panaia un provvedimento di vincolo del sito, con definizione della fascia di rispetto, e “l'esplorazione estesa” della zona a rischio circostante. 
Il Soprintendente si è assunto l’impegno di occuparsi della questione. Ma in questo momento non è il solo. Avremo modo di tornare sull'argomento.
Intanto, la ringrazio per l’ospitalità e le auguro buon lavoro! 

Domenico Condito
già Assessore alla Cultura e Beni Culturali del Comune di Stalettì

In basso, all'interno della recinsione, l'abside affiorante
della chiesa bizantina di Panaia. Sullo sfondo s'intravede
una delle piattafrome di cemento realizzate dal Comune di Stalettì.

Una delle due piattaforme di cemento realizzate dal Comune di Stalettì
nell'area archeologica di Panaia, senza aver indagato prima l'area,
né aver effettuato i necessari saggi preliminari.


LEGGI ANCHE:
Panaia - Stalettì: è arrivato il parere della Soprintendenza Archeologica della Calabria

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