sabato 25 giugno 2011

ARTE SVELATA - Il San Ladislao di Simone Martini e altri capolavori del Museo Civico di Altomonte

Cosenza, Palazzo Arnone
30 giugno - 31 luglio 2011


La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria apre le porte dello storico Palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza, a cinque capolavori, di propietà del Fondo Edifici per il Culto (FEC) del Ministero degli Interni, provenienti dal Museo Civico di Altomonte, testimonianze dell’immenso e prezioso patrimonio culturale regionale: il San Ladislao di Simone Martini; i due dipinti su tavola di Bernardo Daddi raffiguranti San Giovanni Battista con Santa Maddalena e Sant’Agostino con San Giacomo; la Madonna delle Pere di Paolo di Ciacio; l’altarolo con storie della Passione di Cristo; le due tavolette in alabastro, attribuite a maestranze francesi.
In considerazione degli interventi di ristrutturazione della sezione tre-quattrocentesca del Museo, le opere saranno a Palazzo Arnone per essere sottoposte, prima della loro riesposizione, ad un accurato intervento di manutenzione e restauro.
Le opere saranno oggetto anche di una campagna diagnostica finalizzata alla verifica dello stato di conservazione delle stesse ai fini di un più mirato intervento di restauro, che consentirà inoltre di approfondire la conoscenza di questi capolavori.
Durante il periodo di permanenza a Cosenza le opere potranno essere ammirate dal pubblico della Galleria Nazionale e, con il “cantiere aperto”, durante le operazioni che interesseranno il recupero delle opere, sarà anche possibile seguire le diverse fasi di manutenzione, restauro e studio previste dai tecnici della Soprintendenza.
Una iniziativa di straordinario rilievo sia per il territorio e sia per il Ministero con la quale viene certificato come tutela e valorizzazione continuino a essere al centro della politica culturale portata avanti dalla Soprintendenza per i BSAE della Calabria.

Il Museo Civico di Altomonte, fondato nel 1980 raccoglie, in un spazio espositivo che si sviluppa su due livelli, il patrimonio proveniente dalle chiese del territorio di Altomonte.
Il convento che ospita il museo, affiancato dalla splendida chiesa di Santa Maria della Consolazione venne edificato a partire dal 1342 a cura dei feudatari; nel Quattrocento passò ai Domenicani che lo detennero fino alle soppressioni ottocentesche. Nel 1980, dopo circa dieci anni di restauro, il Complesso venne riaperto al pubblico destinandolo ad ospitare il Museo Civico, la Biblioteca Storica e una sala Convegni.
Al museo si ha accesso dal chiostro posto al terzo livello del complesso ed è organizzato in due sezioni: una medievale, nella quale sono esposte opere appartenute ai feudatari dell’epoca i Sangineto e i Ruffo; l’altra raccoglie il patrimonio degli ordini monastici che hanno avuto sede in Altomonte (Cappuccini, Paolotti e Domenicani). Importante anche la raccolta di paramenti sacri esposti al piano inferiore del museo.
Pregevole anche la biblioteca storica che conserva testi di teologia, diritto canonico e storia della Chiesa, soprattutto del periodo della Controriforma, nonché dei preziosi codici miniati che rappresentano un unicum per la Calabria.

Le opere, databili per lo più al Trecento ed ai primi decenni del Quattrocento, raccontano di eccezionali e spesso aggiornatissimi episodi di committenza e collezionismo feudatario.
• la pregevole tavola del senese Simone Martini raffigurante San Ladislao. La raffinata opera, cui Paccagnini (1948) riconobbe per primo i connotati di un capolavoro da ascrivere a maestro Martini, contiene ‘in nuce’ elementi riconducibili alla pittura gotica di prima metà del Trecento. Verosimilmente commissionata da Filippo Sangineto, signore di Altomonte, è finestra sugli interessi e i gusti di un potere signorile piuttosto colto e raffinato.
• le due tavole di Bernardo Daddi, raffiguranti San Giovanni Battista con Santa Maddalena e Sant’Agostino con San Giacomo: probabilmente anta sinistra e destra di un trittico il cui centro è andato disperso.
• la Madonna delle Pere, l’enigmatica attribuita a Paolo di Ciacio da Mileto.
• l’Altarolo con storie della Passione di Cristo del Maestro di Antonio e Onofrio Penna, commissionato dalla contessa Cobella Ruffo, è opera che segna una netta linea di demarcazione rispetto ai contemporanei sviluppi stilistici dell’arte locale.
• le due finissime lastre in alabastro, con storie della vita della Vergine e storie della Vita di Cristo e Giudizio Universale, scolpite a bassorilievo da maestri francesi.

Fonte: Domenico Bloise - Ministero per i Beni e le Attività Culturali


Data Inizio: 30 giugno 2011
Data Fine: 31 luglio 2011
Luogo: Cosenza, Palazzo Arnone - Galleria Nazionale
Orario: 10,00 - 18,00 esluso lunedì
Telefono: 0984795639
Fax: 098471246
E-mail: sbsae-cal@beniculturali.it
Sito Web: www.articalabria.it

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