martedì 13 ottobre 2009

Festivart 2009: "Animali musicali o musica animale? Qual dissesto futurista! (con la creta nel finale…)" con il Quintetto Bibiena

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Festivart 09
Sezione musica
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ESCLUSIVA REGIONALE
14 ottobre 2009 – ore 20.45
Rende (CS), Ptu Piccolo Teatro Unical

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Animali musicali o musica animale?
Qual dissesto futurista! (con la creta nel finale…)
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Quintetto Bibiena
Giampaolo Pretto, flauto; Paolo Grazia, oboe; Alessandro Carbonare, clarinetto;
Roberto Giaccaglia, fagotto; Stefano Pignatelli, corno.
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Musica più allegria uguale Quintetto Bibiena
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Il prossimo appuntamento con Festivart, la rassegna di musica, teatro, cinema e arti visive organizzata dall’Università della Calabria, coniuga la musica cosiddetta “classica” con il nonsense, lo humour, l’allegria che sprigionano i componenti del Quintetto Bibiena. È vivamente consigliato ad ascoltatori di tutte le età il concerto spettacolo in programma mercoledì 14 ottobre alle ore 20.45 nel Piccolo Teatro Unical, che già nel il titolo rivela il carattere: “Animali musicali o musica animale? Qual dissesto futurista! (con la creta nel finale…)”
Giampaolo Pretto, flauto; Paolo Grazia, oboe; Alessandro Carbonare, clarinetto;
Roberto Giaccaglia, fagotto; Stefano Pignatelli, corno sono musicisti quotati a livello internazionale. Tre di loro, tra l’altro, terranno una master class al Conservatorio di Cosenza dal 15 al 17 ottobre prossimi.
La loro professionalità consolidata è messa servizio di un singolare progetto musicale – teatrale. Oltre a suonare gli strumenti del quintetto e diverse percussioni, recitano e talvolta cantano - ancorché in modo farsesco e volutamente improbabile – micro brani (taluni della durata di pochi secondi), basati su degli aforistici nonsense del poeta Toti Scialoja che Nicola Campogrande ha messo in musica in Nicola Campogrande, “Cronache Animali”
Nel brano di Luciano Berio “Opus Number ZOO “ si improvvisano narratori di quattro piccoli schizzi surreali, su testi di Rhoda Levine tradotti in italiano da Vittoria Ottolenghi, aventi come protagonisti degli animali. Il tutto continuando a suonare una parte musicale strumentalmente significativa.
Festivart non è nuovo a proposte originali e divertenti: grande successo ha riscosso il quartetto d’archi tutto al femminile Euphòria, che si è esibito l’11 giugno scorso.
Per il successivo appuntamento Festivart esce dal campus e porta nel teatro Rendano di Cosenza l’evento di punta dell’edizione 2009”Marat-Sade”di Peter Weiss, drammaturgia e regia di Armando Punzo, con i detenuti attori della Compagnia della Fortezza, Premio UBU come migliore spettacolo nel 1992.
Si consiglia di prenotare il posto.
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Biglietto 5 euro, tessera abbonamento maggio-novembre 20 euro.
Studenti, personale di Unical e Conservatorio: biglietto 1 euro, tessera abbonamento 10 euro.
I biglietti saranno in vendita sino alle ore 20.40.
Prevendita: inprimafila, tel. 0984. 795699, www. inprimafila.net
A spettacolo iniziato, sarà consentito l’ingresso in sala solo al termine del primo brano.
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Il Quintetto Bibiena
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CURRICULUM
Il Quintetto Bibiena nasce nel 1993 e da allora propone con successo la sua peculiare strategia artistica: una combinazione di repertorio puro, Nuova Musica e arrangiamenti, alcuni dei quali pensati per un impiego più teatrale della professionalità dei cinque musicisti, che li vede anche nella veste di attori. È rinomata la loro versione per quintetto recitante di Pierino e il lupo di Prokofiev, della Boite à joujoux di Debussy, del Racconto del controfagotto di Andrea Chenna.
Sin dai primi concerti, il Quintetto si accredita come uno degli ensemble più innovativi del panorama concertistico europeo: il conseguimento del II premio (I non assegnato) al Concorso dell’ARD di Monaco ’93 e l’immediato invito del Cidim a far parte dei gruppi di punta scelti dall’Italia per “Nuove Carriere” ‘94, promuovono ben presto il gruppo a un livello di visibilità e qualità artistica salutate unanimemente da vivissimo interesse. Il “Bibiena” da allora effettua centinaia di concerti in Italia, Francia, Austria, Germania, Sudamerica e molti altri paesi.
Discograficamente il Quintetto debutta nel 1995 con “Flamen” (dall’omonimo brano che Ivan Fedele gli ha dedicato), contenente tra l’altro l’integrale di Ligeti, per l’etichetta Ermitage. Seguono ben presto l’integrale per fiati e pianoforte di Poulenc e i “Quadri” per Agorà. Numerose le partecipazioni radiofoniche, tra cui spicca quella ai Concerti del Quirinale di RadioTre nel 2004. Scrivono brani originali per il Quintetto Bibiena, che ne cura la prima esecuzione, compositori come Ivan Fedele e Matteo D’Amico, Carlo Boccadoro, Alberto Colla, Riccardo Nova, Andrea Chenna, Nicola Campogrande, Giovanni Sollima, Stefano Bellon. Il gruppo da sempre coinvolge importanti “ospiti”: pianisti come Campanella, Dalberto, Lucchesini, Cominati; l’Orchestra d’Archi Italiana e Mario Brunello; la cantante Luisa Castellani; il percussionista indiano B.C. Manjunath.
Già impegnati per qualche anno nella docenza ai Corsi Speciali della Scuola di Musica di Fiesole, nel 2003 i componenti del gruppo tengono un Seminario di Musica da Camera all’Accademia Chigiana di Siena; nello stesso anno la giuria del Premio Abbiati conferisce loro il premio “Filippo Siebaneck” per l’attività artistica svolta e per il risvolto didattico delle trascrizioni che promuove.
Dopo un concerto salutato da particolare successo alla Società del Quartetto di Milano nel 2006, il critico Angelo Foletto scrive: “Non è normale essere un’orchestra di cinque strumenti. Non è facile essere uno strumento fatto di cinque esecutori; ancor meno se si è fiati. Da molti anni il Quintetto Bibiena ci riesce”.
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PROGRAMMA
- Jean Francaix, Quintetto Andante Tranquillo, Allegro Assai, Presto, TEMA (andante con variazioni), Tempo di marcia francese
- Luciano Berio, Opus Number ZOO Barn Dance, The Fawn, The Grey Mouse, Tom Cats
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Nicola Campogrande, Cronache Animali Pocket-opera per quintetto recitante su testi di Toti Scialoja
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"L'impaginato di questo programma prende spunto da una geniale idea che Luciano Berio ebbe alla fine degli anni '50 del secolo scorso: costringere i musicisti cosidetti classici, in questo Opus Number Zoo, a uscire dal guscio; e a improvvisarsi narratori di quattro piccoli schizzi surreali, su testi di Rhoda Levine tradotti in italiano da Vittoria Ottolenghi, aventi come protagonisti degli animali. Il tutto, s'intende, continuando a suonare una parte musicale strumentalmente significativa.
Quando il Quintetto Bibiena scoprì questo brano e lo mise in repertorio, nell'ormai lontano 1994, si trovò così a suo agio in questa doppia veste, che cercò di ripetere l'esperienza; ovvero di sfruttare al massimo, laddove vi fosse un'opera già esistente con collegamenti tra un testo interessante e dell'ottima musica, le proprie doti recitative che si erano rivelate, per degli strumentisti, non così disprezzabili.
Seguirono a ruota quindi una versione per "quintetto recitante" di due capolavori del primo novecento, quali Pierino e il Lupo di Prokofiev (dal Bibiena recitato in quattro lingue in giro per il mondo) e La boite à joujou di Debussy; il primo nella trascrizione di Andrea Chenna, il secondo in quella di Carlo Ballarini.
Quando a Nicola Campogrande venne dunque proposto dal Bibiena di approntare una selezione di brani tratta dal suo "Cronache Animali", originalmente per attrice che canta e cinque strumenti, si trattò solo di un ulteriore passo in questa direzione; la novità è che per la prima volta i musicisti del Bibiena si presero anche l'incombenza quanto mai curiosa di dover intonare (nel loro caso forse non è la parola esatta!) alcune di queste geniali micro-liriche di Toti Scialoja.
Ecco dunque che l'accostamento dei brani di Berio e Campogrande viene spontaneo, non solo per la matrice comune sopra descritta; ma anche per l'attinenza di entrambi i testi col mondo animale.
Tali funambolismi verbali, puri nonsense aforistici che contraddistinguono la felice vena di Levine e Scialoja, sono anticipati in questo programma, per analogia di carattere, dai brillantissimi svolazzi di analogo virtuosismo, stavolta puramente strumentale, scaturiti dal contagioso sense of humour di un Jean Francaix che ha sempre dedicato agli strumenti a fiato una parte significativa della propria creatività.
Giampaolo Pretto
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"Cronache animali (best of)" - brevi note
Quando gli strepitosi musicisti del Quintetto Bibiena mi hanno chiesto di trascrivere per loro una selezione di numeri dalla mia "Cronache animali" ho pensato che fossero matti: d'accordo, nella versione originale è un'opera tascabile, un lavoro "per attrice che canta e cinque strumenti", ma far tutto da soli cantando, suonando e armandosi di percussioni addizionali mi sembrava troppo persino per loro. Così, per qualche anno, ho temporeggiato. Ora, dopo che la mia partitura ha festeggiato il proprio decennale, e dopo una settantina di recite dal suo debutto (Stoccarda, 1998), ho deciso di assecondare la richiesta strampalata di questi cinque geniacci - che cominciano a ricordarmi Otto e Barnelli, i mitici "two-men band" amici di Arbore - e sono molto contento di averlo fatto.
Nicola Campogrande
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Nicola Campogrande
Cronache Animali

Pocket-opera per quintetto recitante su testi di Toti Scialoja
TESTI POETICI
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Pipistrello ti par bello
Questa sarta tartaruga
L’ippopota disse “mo”
Io sono un orso
Quanto è languida l’anguilla
C’è un coniglio in Campidoglio
Sotto la gronda gridano le rondini
A Sciaffusa si è diffusa una notizia
Contro te, povero verme
C’è una carpa che ama l’arpa
Quando il tetro dromedario
Ieri ho visto un vecchio bracco
Un pollo su un pullmann
Se i moscerini scemi vanno a sciami
Ho visto un corvo
Un esercito di pulci
Ghiro ghiro tonto
Nelle grotte di Malacca
La zanzara mentre vola
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Quest’operina “tascabile”, originariamente creata da Campogrande per un’attrice e cinque strumenti, e qui arrangiata dallo stesso autore per quintetto recitante, dura in questa versione circa 35’, quindi una parte di concerto.
Il Quintetto Bibiena in questo spettacolo, oltre a suonare gli strumenti del quintetto e diverse percussioni, recita e talvolta canta - ancorchè in modo farsesco e volutamente improbabile - queste micro-musiche (talune della durata di pochi secondi), basate su degli aforistici nonsense dello scrittore Toti Scialoja.
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“I testi di Scialoja sembrano nonsense, scioglilingua, al primo impatto viene da considerarli come giochi di parole liberate dai lacci del senso e del significato. In realtà queste parole vanno chissà come oltre il nonsense e riprendono a produrre per chi le ascolta immagini vividissime, piccoli racconti, improvvise intuizioni e perle di saggezza; dopo tutto quel vento di fonemi le parole della nostra lingua ci sembrano ripulite e scintillanti, brillanti come le foglie dopo la pioggia. Dev’essere scattato qualche sodalizio profondo tra le note di Campogrande e le parole di Scialoja, una specie di patto giocoso: la caratteristica più preziosa di questo spettacolo sta nella gentilezza con cui vengono accompagnati i sopraffini cortocircuiti di sillabe e fonemi che Scialoja - toccato dalla grazia – ha creato nella nostra lingua italiana.”
Dario Voltolini
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Pia Tucci
Ufficio Stampa Festivart Università della Calabria
3385048865

festivart.unical@gmail.com

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