domenica 8 marzo 2009

Madre Teresa di Calcutta, santa o "disgraziata"?

A proposito dell'omelia pronunciata da un parroco italiano nel giorno della Festa della Donna

di Domenico Condito

Oggi, Festa della Donna, un parroco della provincia italiana ha deciso d’incentrare la sua omelia domenicale sulla figura di Madre Teresa di Calcutta. Donna straordinaria, icona moderna della cristianità, Premio Nobel per la Pace nel 1979, Madre Teresa è stata dichiarata Beata da Papa Giovanni Paolo II nel 2003. Scelta felice quella del parroco, se non fosse che il pover’uomo - non è possibile definirlo altrimenti – abbia sprecato tale circostanza nel tentativo di demonizzare la figura della “missionaria della carità”, arrivando a definirla “una grande disgraziata”. E questo perché, secondo il poveretto, l’opera di Madre Teresa avrebbe interferito con la libertà degli indiani di vivere in povertà e di morire in solitudine per le strade di Calcutta. Veramente bizzarro questo parroco e la sua ignoranza si commenta da sola. Ne risparmio il nome. La mia intenzione non è tanto esporlo alla gogna telematica, pur essendone egli meritevole, ma “citarlo” per una breve e amara riflessione sulla condizione del clero del nostro tempo. Troppo spesso i nostri sacerdoti si rivelano spiritualmente e culturalmente inadeguati sia ad affrontare le complesse sfide della modernità all’azione pastorale della Chiesa, sia ad annunciare in modo credibile il Vangelo al mondo, ch'è sempre più lontano dai pulpiti e dalle sacrestie. Credo che la vera emergenza della Chiesa d’oggi sia proprio questa, l’inadeguata formazione del clero, che produce spesso pastori incapaci e poco credibili, salvo qualche splendida quanto rara eccezione. Evidentemente la Caravella di Pietro è sballottata dai marosi della grave crisi di valori e d’identità che attraversa la società, e ne subisce le conseguenze anche al suo interno. Ciò produce insicurezze, paure, sbandamenti, e non è tornando a brandire la norma come una clava che si porrà un argine alla deriva sempre più minacciosa. Non sarà il ritorno a un rigorismo sterile e angusto a rilanciare la presenza della Chiesa nel mondo, ma l’azione di Pastori “capaci” di annunciare con la parola e l’esempio della propria vita la straordinaria umanità e novità del Vangelo. Servono sacerdoti con la testa sulle spalle, il cuore nelle mani, gli occhi colmi di speranza!
Diminuisce il numero dei sacerdoti e i seminari si sono svuotati da tempo, ma finchè imperverseranno nelle nostre chiese pretunzoli come quello citato, la crisi delle vocazioni potrebbe essere addirittura salutata come un fatto provvidenziale, il male minore. Con l'auspicio che il laicato cattolico, “sacerdozio regale”, prenda maggiore coscienza della propria missione nella Chiesa e nel mondo. In fondo sarebbe come tornare alla Chiesa delle origini: “non abbiate paura”!

3 commenti:

Gianna ha detto...

Mi trovi pienamente d'accordo.La Chiesa sta allontanando tanti fedeli e ne avevo parlato anche sul mio blog. L'avevo scritto ad un sacerdote che mi ha risposto : la chiesa sei anche tu.
Tu cosa fai?
No comment!

Tais Luso de Carvalho ha detto...

A missão da Igreja é levar paz, esperança e amor. Ser generosa e complacente. Porém opina em coisas que não deveria, afastando inúmeros fiéis.

O trabalho da Madre é um exemplo de amor e dedicação aos pobres, por isso foi tão amada.

Obrigada pela sua gentil visita!
Um abraço
Tais

Dona Sra. Urtigão ha detto...

Por coisas assim que esta Igreja distancia-se do Cristo e torna-se cada vez mais proxima de Império Romano. Exceções, eu sei.

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