lunedì 24 novembre 2008

LA CRISI IN CALABRIA: A RISCHIO 15MILA LAVORATORI PRECARI

Lo sostiene Cgil Calabria

(ASCA) - Catanzaro, 24 nov - ''Le misure del Governo mettono a rischio immediato oltre 400.000 precari in Italia ed oltre tre milioni di giovani con contratti di lavoro a termine, in Calabria sono oltre 15.000 i precari che, se non interverranno modifiche normative, al 31 dicembre 2008 resteranno senza lavoro e senza salario''. Lo sostiene in una nota la Cgil Calabria.

''A perdere il posto di lavoro saranno per primi proprio quei lavoratori che hanno meno tutele, e nessun ammortizzatore sociale, nè cassa integrazione, nè indennità di disoccupazione, gli ex LSU, attualmente con contratti di collaborazione, che svolgono mansioni amministrative, e quelli stabilizzati nei servizi di pulizia, nelle scuole. Ma a rischio sono tutti i precari della pubblica amministrazione - si legge ancora nella nota - impegnati nella Regione, nelle Provincie, nei Comuni e nelle società partecipate, i tagli interessano infatti tutti i settori, a rischio sono anche le stabilizzazioni nei call center, ma tutto il settore privato non è esente da rischi, il venir meno dei finanziamenti interesserà infatti anche tutte le cooperative sociali che operano in regime di convenzione con gli enti pubblici per lo svolgimento di servizi all'infanzia, agli anziani e ai disabili''.

''A pagare il prezzo della crisi - conclude la nota - sarà, quindi, soprattutto il Sud, i tagli ai servizi colpiranno, in particolare, le donne della Calabria, sulle quali ricadrà il compito di cura di bambini, anziani e disabili, chi si ritroverà a vivere in famiglia condizioni di disabilità, di non autosufficienza di genitori o nonni, sarà costretta ad lasciare il posto di lavoro anche se a termine, alla precarietà lavorativa si aggiungerà la precarietà delle condizioni di vita''.

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